Circa il 3% della popolazione italiana è colpita da disturbi dello sviluppo intellettivo (Dsi). A livello europeo, la disabilitĂ Â intellettiva interessa il 2% della popolazione, mentre a livello mondiale la percentuale è compresa tra il 2 e il 4,5%. Questi sono solo alcuni dei dati emersi nel corso del decimo congresso sulla disabilitĂ Â intellettiva, organizzato dall’Associazione europea per la salute mentale nella disabilitĂ intellettiva (Eamhid) e dal Centro ricerca e ambulatori della Misericordia (Crea), apertosi oggi a Firenze. Presenti, tra gli altri, l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, e l’assessore comunale Sara Funaro.
Secondo gli studiosi, “la disabilitĂ intellettiva rappresenta una delle condizioni a piĂą alto costo sanitario e sociale”. Il disturbo dello sviluppo intellettivo è collocato dagli scienziati in un raggruppamento denominato ”disturbi del neurosviluppo”. Il gruppo include condizioni con insorgenza in etĂ evolutiva, tipicamente precoci, spesso precedenti l’ingresso a scuola e caratterizzate da deficit di sviluppo che producono compromissioni del funzionamento personale, sociale e scolastico.
Il 44% delle persone con Dsi presenta almeno un disturbo psichiatrico, il 21% due contemporaneamente e l’8% tre. Nonostante questo, denunciano gli esperti, “gli individui con Dsi che ricevono una precisa diagnosi di disturbo psichiatrico rappresentano solo una piccola parte” della totalitĂ . “Per incontrare la complessitĂ dei bisogni di salute mentale delle persone con Dsi – spiega Marco Bertelli, direttore scientifico del Crea e presidente Eamhid – dovrebbero essere sviluppati nuovi modelli d’intervento sanitario multidisciplinare”.